Una importante nuova occasione di ascolto

Un album dal titolo altisonante che fa riferimento ad uno stile musicale noto come gipsy jazz. Si tratta di una forma espressiva che affonda le proprie origini a Parigi negli anni Trenta del secolo scorso e che ha come riferimento il chitarrista Jean “Django” Reinhardt appartenente al clan Sinti Manouche.

Il Maestro Hernán Navarro, musicista di formazione classica, mette a disposizione tutta la sua padronanza tecnica per elaborare un repertorio che riassume molti tratti delle più comuni espressioni musicali che hanno segnato l’Europa ed il nuovo mondo. Possiamo dire che si fondono in modo mirabile il valzer francese, la cantabilità della melodia italiana, le assolate atmosfere ispaniche, la malinconia del blues delle periferie statunitensi per passare al ritmo sincopato del ragtime e lo swing con il suo esplicito invito al ballo ed alla spensieratezza. Espressioni sonore di gradevole ascolto e di immediata ricezione anche per ascoltatori comuni. Gli aspetti della tradizione popolare sono rivestiti di una dignità classica grazie alla raffinatezza del suono, al dialogo tra gli strumenti ed all’equilibrio   delle sonorità.

La scelta originale del trio costituito da Violino (Luca Pisani), contrabbasso (José Manuel Badia) e chitarra si rivela efficace e riesce già a rendere all’orecchio dell’ascoltatore l’effetto di una band vera e propria.  Come accade nella tradizione jazzistica l’autore dei brani è al tempo stesso interprete e direttore. Ascoltando nell’ordine i 12 brani siamo guidati dalla scelta dei titoli che alimentano nell’uditorio aspettative mai disattese. Ciascun brano sembra richiamare in modo esplicito quanto anticipato dalla denominazione assegnata. Rientriamo pienamente in quella che si potrebbe definire musica figurativa o a programma, espressioni già applicate allo stile compositivo di Vivaldi. Attraverso un ascolto più attento si avverte non solo il carattere descrittivo della musica, ma anche quello evocativo, capace di agire sull’inconscio e lasciando affiorare le impalpabili emozioni. Un ulteriore punto di forza è l’attenzione con cui si susseguono i brani richiamando l’antica tradizione della “Suite”, forma che nasce con il proposito di mantenere costante l’attenzione dell’ascoltatore. Il contrasto tra un brano e l’altro sembra creare l’immagine di un viaggio virtuale in realtà geografiche diverse fra loro.

Il ritmo ispanico di “Retro Bossa” precede “Chinatown” in cui il ricorso ai suoni armonici della chitarra sembra voler varcare i limiti del linguaggio musicale tradizionale occidentale e dello strumento stesso. Significativo l’effetto delle cosiddette blue notes In “Winter blues” il cui carattere malinconico è stemperato da “The Jazz swindler” che rievoca lo spirito della canzone hollywoodiana nello stile di George Gershwin. Un altro aspetto emergente della storia della tradizione musicale statunitense è lo stile sincopato del ragtime alla maniera di Scott Joplin in “Paradise street rag”. Si ha dunque l’impressione di immaginare le scene cinematografiche di quei fumosi locali in cui protagoniste erano le tastiere a rullo oggi oggetti da collezione. L’iter dei brani sembra voler giungere alla sua conclusione proponendo due composizioni dal carattere meditativo. Apprezziamo le assolate atmosfere ispaniche in “Guardame las vacas”, brano che richiama l’aria detta “Cancion del emperador”. Si tratta di un’immagine bucolica in cui un pastore nella calura estiva, all’ombra di un albero, suona la chitarra mentre guarda le mucche. Il titolo “Bagatella “assegnato all’ultimo brano è interamente affidato al violino che, attraverso l’alternanza di tecniche diverse mette in evidenza tutte le potenzialità espressive di quello che nella storia della musica si è distinto come lo strumento di bravura. Possiamo asserire che la vis creativa del compositore e degli esecutori in un arco di tempo di poco superiore ai trenta minuti sia ampiamente riuscita nell’intento di accompagnare gli ascoltatori ad evadere dalla realtà attraverso soluzioni che hanno saputo riproporre in modo curioso ed efficace motivi, forme e stili della tradizione.

Il carisma del trio ha il merito di essere riuscito ad abbattere le rigide barriere tra la libera interpretazione dei temi popolari e gli stereotipi della realtà accademica.

Recensione a cura del Maestro Andrea Musso